NAPOLI. Non è solo una questione di cuore, la riapertura degli stadi ai tifosi è diventata una necessità assoluta per il mondo del calcio. Non solo in Serie A e B, dove gli incassi da botteghino sono più cospicui, ma soprattutto dalla Serie C ai Dilettanti è fondamentale iniziare ad analizzare la fattibilità di una parziale e accorta riapertura che per molti club è di importanza capitale.
GENNAIO RIAPERTURA IMPROBABILE
Senza introiti da sponsor, senza tifosi allo stadio, molti club dalla C in giù rischiano seriamente di scomparire definitivamente, con gli appelli che in questi mesi si sono a dir poco sprecati in tal senso. Purtroppo però la situazione epidemiologica non permette ancora voli pindarici, e i governi europei ad oggi hanno più volte rimarcato come il calcio non sia tra le prime priorità, in Italia ad esempio in pole c’è la riapertura graduale delle scuole e la ripresa del tessuto imprenditoriale del paese. Nel frattempo in giro per l’Europa diverse leghe prestigiose hanno provato in parte a riaprire gli impianti sportivi, scontrandosi subito con una situazione epidemiologica in crescita, tra contagi nei vari gruppi squadra e contagi tra la popolazione locale, che ha riportato lo stato d’allerta a livelli molto alti. Il sogno di tutti i club del mondo dunque, per il momento, deve attendere ancora e la speranza è che si possa riaprire gradualmente a partire dai mesi di febbraio/marzo.
PERDITE INGENTI, VACCINO LA SALVEZZA MA…
In Italia il Ministro della Salute, e quello dello Sport, hanno smentito categoricamente una riapertura dopo l’Epifania ma intanto i club di Serie A continua a perdere introiti fondamentali, ad oggi secondo Calcio&Finanza siamo intorno ai 300 milioni di Euro, con le altre leghe che seguono a ruota ma paradossalmente pur con perdite minori dalla Lega Pro in giù l’impatto degli stadi vuoti è persino maggior sulle casse dei club. In Inghilterra un tentativo è stato fatto, stroncato sul nascere visto che, come vi abbiamo precedentemente accennato, il numero dei casi ha subito una repentina impennata e le ingenti spese per le sanificazioni hanno spinto i club ad una revisione immediata. Situazioni simili nelle altre leghe europee, dalla Francia alla Spagna passando per la Germania, tentativi su tentativi ma la situazione purtroppo non permette voli pindarici. Il vaccino dunque è la speranza anche per il mondo del calcio, anche se al momento si procede a rilento visto che la BionNTech da sola in Europa sta provvedendo al fabbisogno dei vari paesi, un’accelerata in tal senso è d’obbligo per il calcio ma più in generale per ritrovare mese dopo mese quella normalità che assume sempre più le fattezze di un vecchio ricordo.
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