ROMA. Tra i primi a lanciare l’allarme il Presidente dell’ECA, Andrea Agnelli, poi nei giorni scorsi gli ha fatto eco l’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta: “Il calcio italiano è a rischio collasso, abbiamo fatto un bilancio sulle perdite e la situazione non è buona, si rischia il default”. Parole pesanti che aprono ad un’attenta riflessione, probabilmente il Covid-19 ha anticipato i tempi di una rivoluzione già necessaria in passato in virtù di costi schizzati alle stelle negli ultimi anni.
SITUAZIONE DELICATA, ABBATTERE I COSTI
Oggi i fatturati hanno subito un drastico calo, e servirà del tempo per recuperare il terreno perduto, dunque i costi già sproporzionati oggi diventano un fardello insostenibile per molti club costretti a tagli necessari per poter proseguire la propria attività. Tra le varie proposte sul tavolo, una interessante proprio dell’ad nerazzurro che ipotizza un differimento della tassazione, quindi più che iniettare soldi bisogna alleggerire oggi la pressione fiscale sui club che vantano migliaia di professionisti al seguito. Il calcio italiano dunque chiede al Governo una maggiore flessibilità dal punto di vista dei pagamenti, in questa fase sarebbe infatti fondamentale poter modulare i pagamenti in modo differente. Negli ultimi anni il calcio si è dato spesso come obiettivo numero uno l’aumento dei ricavi, ma spesso di pari passo sono aumentati anche i costi e questo ha reso ormai il sistema poco efficiente visto che in alcune realtà europee importanti il costo del lavoro equivale al 70-80% del fatturato, nessuna azienda potrebbe mai sostenere una situazione del genere. Per evitare dunque un collasso generale serve una decisa e collettiva presa di posizione, definire regole semplici e certe a livello finanziario per rendere il calcio un’attività più sostenibile.
AVANTI TUTTA, IDEE CONTRO LA CRISI
Stamane, a margine di un’evento benefico in quel di Reggio Emilia, è intervenuto anche il Presidente della FIGC, Gabriele Gravina, che ai cronisti presenti ha spiegato la situazione tra stop ai campionati e futuro del sistema calcio in Italia: “Ad oggi non mi sembra ci siano avvisaglie in merito ad un possibile stop dei campionati, ovviamente c’è preoccupazione ma questo è un aspetto che coinvolge tutti sia a livello sociale che economico. Stiamo cercando di adottare tutte le misure necessarie per far fronte all’emergenza sanitaria, serve maturità e senso di responsabilità perchè i rischi sono sempre dietro l’angolo in un sistema come il calcio che muove tanti interessi e che ci vede tra le nazioni più importanti del mondo. – ha precisato Gravina – Aiuti? Indubbiamente è compito della FIGC lavorare insieme ai vari presidenti delle leghe per affrontare le problematiche più necessarie, per sostenere le categorie più deboli e chi soffre di più in questo momento di crisi. Oggi abbiamo tanti settori dell’economia in difficoltà, nel calcio ci sono tanti club e presidenti che fanno sacrifici enormi, ma colgo l’occasione per sottolineare che ad oggi soltanto una piccola percentuale di questi ultimi ha chiesto il rinvio del pagamento degli stipendi al 1 dicembre. Abbiamo davanti a noi tante difficoltà, ma con idee e progetti è possibile venirne fuori offrendo soluzioni”.
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