Fine settimana turbolento non solo nel Lazio, anche la Campania ha vissuto momenti che poco hanno a che vedere col calcio e che hanno acceso i riflettori su una problematica che nei scorsi giorni è stata affrontata dal Presidente Federale Gravina, dal Presidente dell’AIA Nicchi e dai vertici politici italiani.
La violenza negli stadi è diventato un tema centrale ed urgono riforme per tutelare chi dirige le partite ma soprattutto chi le guarda dagli spalti. Al di là di ogni retorica e dei discorsi fin troppo “comodi” del momento, bisogna riformare il sistema calcio in termini di sicurezza, come sottolineato dal Presidente AIA Marcello Nicchi: “Nel Lazio abbiamo assistito ad un episodio gravissimo, il ragazzo coinvolto è ancora in ospedale ma sappiate che non è l’unico, ogni domenica ci arrivano segnalazioni. – ammette il Presidente – Credo sia arrivato finalmente il momento di voltare pagina in tal senso, ora c’è un governo del calcio nuovo che ha voglia di fare i cambiamenti necessari per rendere il sistema calcio italiano funzionale al momento storico che sta vivendo“.
“Insieme a tutte le componenti federali ed al Presidente Gravina, Cosimo Sibilia, Olivieri, Tommasi e tutte quelle figure federali che hanno responsabilità in questo calcio, ci adopereremo per cambiare le cose che non vanno. – precisa con forza Nicchi – Nello specifico l’associazione italiana arbitri non accetta e non accetterà più di mandare al massacro centinaia di ragazzi ogni anno, senza che qualcuno si preoccupi di dire basta a questo fenomeno”.
Il Presidente Nicchi dunque si mette di traverso contro ogni forma di violenza ma, nella fattispecie, contro la violenza nei confronti dei giovani arbitri che popolano i campi di periferia: “Non è accettabile come genitore, non è accettabile come responsabile dell’AIA, un’associazione che è un fiore all’occhiello della Federazione in Italia e nel mondo, perchè tutti apprezzano i nostri grandi arbitri. – conclude Nicchi – Non possiamo dimenticare i campi di periferia dove purtroppo si continuano a fare delle violenze vigliacche che non sono più accettabili. In modo particolare me lo chiedono i 209 presidenti di sezione, i genitori dei ragazzi, perchè non è possibile che un ragazzo smetta di arbitrare perchè i genitori glielo impediscono visto che lo ritengono una pratica pericolosa”.