NAPOLI. A Dicembre il suo addio alla Barrese, compagine di Prima Categoria che prima aveva condotto alla salvezza e poi al vertice del girone A, Antonio Poliselli dopo mesi di silenzio torna a parlare del suo presente e soprattutto del futuro.
VOGLIA DI TORNARE AD ALLENARE
Ai nostri microfoni l’ex tecnico della Barrese si racconta a 360°: “Allenare è sicuramente un mio obiettivo, il corso indetto questo mese a Salerno purtroppo non riuscirò a seguirlo, ma a breve ne partirà un altro ed a quel punto inizierò questo percorso. – ha esordito Poliselli – Futuro? La mia scelta non sarà legata esclusivamente al lato economico, mi piacerebbe ripartire da un progetto serio, una società solida e ben strutturata che mi permetta di pensare soltanto al lavoro sul campo“.

ALCUNI ASPETTI DEL MESTIERE
L’allenatore è uno dei mestieri più complicati nel calcio, spesso si è soli con le proprie scelte e in caso di risultati negativi si paga per tutti: “Sono consapevole di tutto ciò, il calcio è così, certamente mi assumerei sempre le mie responsabilità. Si parte, si fanno delle scelte, poi è chiaro che in assenza di risultati, giustamente o ingiustamente, il primo a salutare è sempre l’allenatore perchè non si possono cambiare venti calciatori. – sottolinea l’ex Barrese – Oggi non bisogna soltanto essere bravi ad allenare, per quelli come me che hanno avuto ottimi maestri non è difficile farlo, ma un allenatore deve saper gestire il gruppo e fare le scelte giuste anche se impopolari. – prosegue Poliselli – Le rose ampie sono un bene, così come la panchina lunga, però spesso tutto ciò diventa un’arma a doppio taglio. Avere tante persone in panchina tra dirigenti e calciatori crea, quando vola qualche parola di troppo, soltanto tanta confusione. Ho voglia allenare, mi piacerebbe tornare in gioco ma nel modo giusto per mettermi alla prova veramente“.

RICONOSCERE IL TALENTO, TRA PASSATO E PRESENTE
Oggi una delle difficoltà maggiori del calcio italiano è legata allo scouting, si fa fatica ad individuare i talenti ed a farli crescere nel modo giusto. Nelle ultime settimane ci è giunta notizia di alcuni direttori che ti hanno chiesto di visionare atleti per tracciarne un profilo.
Ex calciatori della tua generazione e di quella precedente, come una tua ex conoscenza Roberto Amodio, dimostrano ancora oggi di avere un quid in più quando si tratta di riconoscere il talento: “Metto tanto entusiasmo in quello che faccio, umiltà e fiducia nel prossimo, anche se spesso questo mi si ritorce contro. Sono stato calciatore e so come funziona, però di recente è vero che ho visionato alcuni ragazzi su indicazione di amici e direttori sportivi. Credo che per quanto concerne le analisi tecniche ho ancora un buon occhio e so riconoscere il talento. – precisa Poliselli – Amodio? E’ una persona eccezionale, lo ricordo con affetto perchè sono stato raccattapalle dell’Avellino quando lui era in campo. Era molto legato a mio fratello Pasquale, che ha debuttato in Serie A proprio con lui da stopper, la mia famiglia ha bei ricordi in tal senso, ricordi di Diaz, Barbadillo, calciatori che hanno fatto il calcio vero. – prosegue – Io nel mio piccolo ho un pò di Serie C e tanta esperienza nei dilettanti, rispetto a Roberto Amodio niente di che, però posso confermarti che la vecchia scuola non ha bisogno di tanti ghirigori per individuare il talento, bastano pochi minuti“.

CAMPANIA GIU’ MA…
In Campania difficoltà enormi ma spesso si fa finta di non vedere: “Il livello si è abbassato notevolmente, basti vedere la poca differenza che c’è tra Eccellenza e Serie D ma anche tra quest’ultima e la Serie C. In Campania è vero, siamo messi davvero male, probabilmente una delle poche società dei dilettanti che può fare calcio seriamente, se gli concedono lo stadio, è la Turris. I corallini hanno un Presidente serio come Colantonio, hanno fatto un campionato straordinario con una squadra allestita dal mio amico Governucci, senza il Bari probabilmente sarebbero già in Serie C“.
IL PUNTO SULLA PRIMA
Negli ultimi anni esperienza in Prima Categoria alla guida della Barrese, la stagione volge al termine ma la situazione tra playoff e playout può regalare ancora sorprese: “Credo che il Pianura resti la favorita numero uno, hanno avuto qualche problema durante la stagione ma a livello di rosa e società sono senza dubbio i più attrezzati. – ammette Poliselli – In zona playoff vedo bene la Boys Pianurese che da anni è sempre lì, la Lokomotiv stava facendo bene poi tra squalifiche e situazioni extra campo hanno pagato dazio e perso punti. Vedo bene anche il Cardito, sono una buona squadra nonostante qualche battuta d’arresto di troppo. – sottolinea – Il calcio però è strano e non si sa mai cosa può succedere in questo finale di stagione, anche in ottica playout potrebbero esserci novità“.

BARRESE IN DIFFICOLTA’ MA…
Rapporto particolare con il tuo quartiere, più volte negli ultimi anni hai “soccorso” la Barrese scrivendo pagine importanti in termini di risultati, il tuo affetto resta immutato nonostante l’addio: “E’ innegabile che dal mio addio qualcosa sia cambiato, oggi il distacco tra penultima e quintultima non dà particolari pensieri. Dopo tre mesi sono tornato a visionare la squadra, in occasione della sfida contro l’Interpianurese, da due a zero a due a due in una partita che per me ha evidenziato che si è rotto qualcosa. Sono andati via diversi calciatori importanti, non conosco i motivi ma sono certo che la salvezza sia ancora possibile se si trova il bandolo della matassa“.

SUL NUOVO STADIO
I lavori al Caduti di Brema procedono spediti: “A Barra il calcio vero manca da un pò, speriamo che col nuovo stadio qualcosa cambi. Di recente ho visto che hanno iniziato a mettere il manto erboso, spero che in seguito si possa fare almeno un bel campionato di Promozione. Quartiere? Io amo tantissimo il mio quartiere, certe cose che ho letto un pò mi hanno infastidito ma io non sono un tipo che serba rancore. In passato ho dato spesso una mano alla Barrese, risollevandola dalle sabbie mobili e raggiungendo sempre l’obiettivo. In passato, senza timore d’essere smentito, posso dire d’essere stato l’arma in più di questo club visto che riesco a tirare fuori il meglio dalla squadra. Fare 62-63 punti in un anno solare non è da poco, ancora oggi mi confronto con alcuni dei miei ex calciatori, spero da tifoso della Barrese che riescano a chiudere al meglio questa annata“.
GIUSTA INTUIZIONE
Singolare episodio di calciomercato ti lega ancora all’attuale Barrese: “Ad inizio anno volevo portare Carmine Scarpitella in squadra, per problemi burocratici non fu possibile, ma oggi nonostante il mio addio il ragazzo fa parte del gruppo e sta facendo anche bene. Si è legato tanto alla maglia, sente un forte senso d’appartenenza come se giocasse da anni per la Barrese. Parliamo di un bravo calciatore, un ragazzo umile che io volevo fin dall’inizio, per me si tratta di un’altra piccola soddisfazione“.