NAPOLI. Primo impegno casalingo della Juventus ed è subito polemica, in vista della sfida dello Stadium contro il Napoli nella giornata di ieri i bianconeri hanno diramato un comunicato circa le restrizioni attuate per suddetta gara, riportando in allegato anche il dispositivo inviato direttamente alla Questura di Torino in data 4 Agosto.

POSTILLA INFELICE
Chiaramente, al di là del divieto per i residenti in Campania, cioè che fa storcere il naso è soprattutto quello legato ai nati in Campania. Provvedimento decisamente insolito ma che, come si legge sul sito ufficiale dei bianconeri, risulta conforme a quanto già attuato nella scorsa stagione sportiva. Alcuni siti specializzati si sono affrettati a sostenere che tale provvedimento sia già operativo e giunto di comune accordo con Questura e Osservatorio, ma da quanto si legge sui comunicati diramati da Juventus e Questura di Torino la realtà sembra decisamente diversa.
IN ATTESA DELL’ONMS…
In primo luogo, Juventus, precisa che “le modalità di vendita dei tagliandi potrebbero subire variazioni, anche sostanziali, solamente a seguito delle determinazioni dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, che non si è ancora riunito“. Dunque l’ONMS non si è ancora riunito in tal senso e, in secondo luogo, la Questura conferma con un comunicato ad hoc che non c’è alcuna decisione in merito: “Con riferimento alla notizia apparsa oggi su alcuni organi di stampa, secondo la quale la Questura di Torino avrebbe concordato il divieto di vendita dei tagliandi per la partita Juve-Napoli a chi è nato in Campania, si comunica ufficialmente che tale notizia è del tutto destituita di ogni fondamento. La Questura di Torino non ha mai concordato tale decisione con la società sportiva né intende condividerla”.
SI ATTENDE LA DECISIONE DEFINITIVA
Il mistero dunque si infittisce, Juventus ha inviato comunicazione alla Questura di Torino sottolineando come da prassi della scorsa stagione le restrizioni sui tagliandi per Juventus-Napoli sono le sopraindicate, la risposta paventata da alcuni siti di informazione però non risulta affatto e neppure l’Osservatorio si è ancora riunito in merito. Il caso è sul tavolo, nelle prossime ore si attendono ulteriori chiarimenti, comunicazione infelice o cattiva informazione? Ai posteri l’ardua sentenza.
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