NAPOLI. Oggi dal Tribunale di Napoli notizia terribile per Armando Izzo, esperto difensore in forza al Monza, con i giudici della VI sezione penale che gli hanno comminato una condanna a cinque anni per concorso esterno in associazione mafiosa e frode sportiva. A sei anni dalle prime richieste di condanna ecco dunque la stangata, colpiti anche il cugino del calciatore, Umberto Accursio, e Salvatore Russo. Nelle ultime ore i legali di Izzo hanno preannunciato ricorso in appello contro tale verdetto, e la società per la quale attualmente è tesserato il classe ’92 si è subito schierata dalla sua parte.
LA VICINANZA DEL MONZA
Ricordiamo che la condanna è relativa ai tempi in cui Izzo militava in Serie B tra le fila dell’Avellino, l’accusa è di aver influenzato la sfida tra lupi e Modena del campionato 2013/14 assieme ai compagni di squadra Francesco Millesi e Luca Pini, anche questi ultimi imputati in un altro procedimento. Immediata la reazione del Monza, club per il quale Izzo è attualmente tesserato: “AC Monza ha appreso che il proprio tesserato Armando Izzo è stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione camorristica e frode sportiva. AC Monza esprime totale vicinanza e supporto ad Armando, convinta della sua estraneità all’ambiente criminale. Gli avvocati del calciatore sono delusi dalla sentenza e attendono di leggerne le motivazioni; dopodiché presenteranno appello”.
L’AMAREZZA DI ARMANDO, CHE NON MOLLA
Deluso e amareggiato il classe ’92 che attraverso i propri canali social si è espresso duramente nei confronti di una sentenza che reputa fortemente ingiusta: “Sono molto deluso dalla sentenza di primo grado. Sono stato assolto per non aver commesso il fatto nella partita Avellino-Reggina del 25 maggio 2014 ma vengo accusato di aver combinato la partita Modena-Avellino del 17 maggio 2014, una partita che non ho neanche giocato. Leggerò le motivazioni con i miei avvocati e presenteremo appello. Credo nella giustizia e sono sicuro che verrà dimostrata la mia assoluta estraneità all’ambiente criminale. Ringrazio AC Monza e la mia famiglia, che mi sono sempre vicini. Non smetto di combattere”.