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Casapulla: “La Puteolana è contro il razzismo. Il perché lo dice la storia”

L'elogio alla città di Pozzuoli, la difesa dei valori genuini dello sport e tanta voglia di riportare la Puteolana 1902 nel calcio che conta.

scritto da La redazione RdC
06/11/2019 12:45:36
in Eccellenza
Tempo di lettura: 5 minuti
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Home Eccellenza
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Con un lungo comunicato, Emanuele Casapulla, presidente della Puteolana 1902, ha voluto precisare con fermezza i sentimenti di uguaglianza che alimentano la sua volontà di fare calcio a Pozzuoli.

Il patron granata è infatti tornato sugli episodi legati al match giocato a porte chiuse con la Frattese, che ha lasciato alla società l’amaro in bocca per motivazioni che non rispecchiano la natura del club e della città flegrea. Casapulla ha poi parlato dell’amore nato nei confronti di questo territorio e verso la maglia dei diavoli rossi.

Di seguito la corposa nota:

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La P della Puteolana è tornata splendere. I granata sono secondi in classifica nel girone A d’Eccellenza, il massimo campionato regionale ed ai quarti di finale di Coppa Italia (doppio confronto con l’Albanova di Casal di Principe). La nostra formazione cara al presidente Emanuele Casapulla è reduce da un turno giocato a porte chiuse per presunti ululati di stampo razzista ascoltati durante il match di ritorno degli ottavi di finale contro l’Afro Napoli, disputato al Tony Chiovato di Baia, frazione di Bacoli.

Una partita giocata lontano dall’alveo naturale del “Domenico Conte”, in Arco Felice, per l’allora inagibilità dell’impianto dedicato a un grande puteolano, uomo di sport e grande sensibilità sociale, che è stato calciatore, allenatore e presidente della Puteolana, dando anche lustro alla città di Pozzuoli arrivando sino al Parlamento, con concetti politici decisamente antirazzisti. Giovani generazioni e “tifosi storici” in quel di Baia, in un giorno prettamente lavorativo, hanno fatto sentire il loro calore, con le gradinate “attaccate” al campo.

Un ululato (non certamente razzista, perché un “uuuu” all’indirrizzo di un atleta può essere anche ascoltato come “buuu”) semmai becero ma isolato, ha fatto si che la Puteolana giocasse a porte chiuse il big match con la Frattese. Un turno a porte chiuse che ha fatto male alla Puteolana ma a tutto il popolo granata sparso nel mondo e credeteci ne siamo tanti.

In una epoca dove realmente c’è razzismo negli stadi italiani ed europei, la Puteolana non ci sta ad essere stata tacciata di razzismo, per un match sospeso solo per 30 secondi, mentre il direttore di gara verificava il presunto fatto segnalato, e lo speaker ricordava le norme vigenti agli spettatori, che stanno sostenendo civilmente e con grande trasporto la squadra cittadina di Pozzuoli, sin dalle prime battute estive della coppa Italia regionale ed ancor prima con le amichevoli estive.

Con l’Albanova per l’andata dei quarti di finale della kermesse della coccarda tricolore, si torna al Conte “open”, aperto ai tifosi. Tacciati, di ciò che non sono, così la Puteolana sino al termine della stagione agonistica corrente provvederà con iniziative social e “live”, prima delle gare casalinghe ad Arco Felice, coinvolgendo pure i tanti emigrati che negli anni hanno trovato, felicemente, la loro seconda casa nella città flegrea. Nel “capoluogo” di un comprensorio che rappresenta uno storico porto sicuro di aggregazione e integrazione.

“Non sono originario di Pozzuoli ma, da tempo ormai vivo la Città e la Puteolana. Mi fa male però aver giocato a porte chiuse la partita con la Frattese, per la motivazione. Il razzismo non è di casa a Pozzuoli e nella Puteolana, e lo dimostreremo con i fatti. Ci tenevamo tanto a giocare con il pubblico la partita con la Frattese perché la nostra passionale tifoseria è uno spettacolo, e l’avrebbe dimostrato ampiamente così come stanno facendo di domenica in domenica, in casa e sopratutto lontano dalle mura amiche.

Pozzuoli e la Puteolana sono da sempre simboli di aggregazione e integrazione. Vogliamo continuare a fare bene in campionato e in Coppa, nonostante a volte arrivano delle mazzate che potrebbero abbatterci, ma non ci fermiamo: abbiamo tanto entusiasmo e la voglia forte di fare calcio a Pozzuoli, senza fare i passi più lunghi della gamba. Non ci si ferma un attimo per la Puteolana. Abbiamo riportato sempre di più la Puteolana al centro della Città. Ringrazio chi sta credendo in questo progetto, e prima di tutto la nostra splendida tifoseria, ma ripeto che mi fa male essere tacciato di ciò che non si è, per la decisione del giudice sportivo”.

Parole e musica del presidente Casapulla. Il presidente-tifoso che si è innamorato di Pozzuoli, e con la compagna e futura moglie non si preclude di cercar casa nella città potenzialmente da patrimonio Unesco. La disciplinare ha anche usato il pugno duro contro il primo dirigente, che si è fatto espellere durante il match di ritorno di Coppa con l’Afro Napoli per dare una scossa alla squadra raggiunta sul 2-2. All’ultimo soffio poi è arrivato il 3-2 della qualificazione, con dedica al patron, allontanato dalla panchina.

“Abbiamo presentato ricorso. Mi fa male non poter seguire da vicino la squadra per quattro interminabili mesi, poi. Non è la priorità, ma se ho sbagliato l’accadimento c’è stato solo per eccessiva passione, contornate da ignobili provocazioni. La piazza sogna? E chi vi dice che non è lo stesso anche per me solo che dobbiamo mantenere i piedi ben saldi per terra, perché nel calcio devi stare sempre sul pezzo, in quanto condiziona molte volte un episodio e pensare partita in partita, ora la concentrazione del gruppo di lavoro è solo sul match d’andata con l’Albanova per i quarti di finale di coppa Italia, poi penseremo alla trasferta di San Giorgio. Prima di tutto però dico con forza che Pozzuoli e la Puteolana sono simboli di aggregazione e integrazione”.

Al di la del risultato, pertanto Pozzuoli e la Puteolana, continuano a non accettare l’onta di aver giocato una partita a porte chiuse per presunto episodio di discriminazione. Pozzuoli è mille colori come la storia dei “diavoli della Solfatara” recita, dal 1902 ai giorni d’oggi. Storia di aggregazione e integrazione, da sempre. Porto di scambi commerciali e culturali, in quella Dicearchia in era Magna Grecia. La città dell’equilibrio, e dei giusti. I patrizi romani la scelsero per i loro ozi estivi, per la fertilità dell’area. E la natura termale.

Nella terra che nell’epopea degli “antichi romani” era anche l’epicentro degli scambi commerciali del mondo allora conosciuto, ai tempi del Macellum, il Serapeo, detto comunemente Tempio di Serapide. Pozzuoli e la Puteolana da sempre non sono razziste. La Pozzuoli granata così non ci sta. In primis il rampante e sanguigno presidente Casapulla che non è originario di Pozzuoli, ma di Volla, cresciuto lavorativamente nella capitale Roma (città della sua futura moglie) e che ha il suo quartier generale a Pomigliano D’ Arco. Si è innamorato di Pozzuoli e della storia della Puteolana e della città, così ha scelto di rianimare il Diavolo.

La squadra di una città che ha vissuto tutte le influenze storiche dell’Occidente. E’ l’anno zero del calcio a Pozzuoli, della squadra cittadina, la più antica della Campania. Fondata nel 1902 come dopo lavoro degli operai inglesi, di Manchester, del cantiere Armstrong, una fabbrica metallurgica per la costruzione di artiglierie navali, lungo la costa, dove anticamente, secondo la tradizione, sorgeva l’Accademia di Cicerone. Pozzuoli e la Puteolana, un binomio di storica integrazione. Gente di mare, uno storico Porto sicuro. La P di Pozzuoli e della Puteolana. La storia e il pallone granata lo raccontano. “Forza diavoli sempre”, non poteva pronunciare frase diversa il nostro numero uno per salutare tutti dopo questa intervista.

Tags: EccellenzaEccellenza CampaniaEmanuele CasapullaPuteolanaPuteolana 1902
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