NAPOLI. Per alcuni il ‘Condor’, per altri semplicemente il ‘bomber, ma quello che Francesco Trinchillo ha rappresentato per la Loggetta dal 2007 al 2018 va oltre i gol. Piuttosto rappresenta un marchio, un’emblema di come vivere il calcio di categoria.
Palloni sporcati, sponde in equilibrio precario, punizioni conquistate mettendo sempre e comunque il corpo davanti all’avversario, attaccante operaio e tutto cuore, se ce ne è uno. Dopo 11 anni Trinchillo ha chiesto e ottenuto lo svincolo dal club rossoblu.
Le motivazioni sono svariate, riconducibili soprattutto al minutaggio andato in calando nelle ultime stagioni che si è ulteriormente ristretto con gli acquisti di Pavia e il ritorno di Gentile: “Ho bisogno di continuare a sentirmi vivo in quel rettangolo verde – spiega attraverso il suo profilo Facebook l’ormai ex attaccante della Loggetta, che poi ringrazia – Se sono diventato l’uomo che sono lo devo anche a questa famiglia, che mi ha accolto quando ero un ragazzino pieno di sogni e speranze. Non è un addio, ma solo un arrivederci, perchè questa continuerà ad essere casa mia”.