NAPOLI. Alle 16:00 la Loggetta affronta la Virtus Afragola, e opporrà alla qualità della seconda della classe il quinto attacco interno del campionato, mai così prolifico nelle ultime stagioni.
ALTO RENDIMENTO
Un attacco, che si esalta anche attraverso il lavoro di Alessandro Pavia: 3 gol e 3 assist in 4 presenze dal primo minuto: “Sarà una partita difficilissima – spiega il rossoblu – ma siamo fiduciosi perchè ultimamente siamo in crescita. Le prestazioni stanno arrivando e riusciamo ad esprimere un bel calcio. Tuttavia, abbiamo ancora dei passaggi a vuoto in alcune fasi della partita che a oggi pesano sulla nostra classifica. Bisogna lavorare su quelli”.
VOGLIA DI SMETTERE POI LA SVOLTA…
Se Pavia ha giocato solo 4 partite da titolare non è però di certo per mancanza di fiducia nei suoi riguardi da parte del tecnico Roberto Imparato, che anzi, l’ha voluto fortemente alla Loggetta. Qualche passaggio a vuoto piuttosto, da vero fantasista, il 10 rossoblu l’ha avuto anche nelle sue motivazioni: “Pensare che qualche mese fa stavo seriamente pensando di smettere con il calcio. Non riuscivo ad allenarmi con continuità, il mio minutaggio inevitabilmente ne risentì e questo mi rendeva scontento. In campo non mi divertivo più – racconta Pavia – Poi, le cose sono cambiate. Mi sono reso conto che senza il pallone non posso stare e sono tornato per dare il massimo e offrire un contributo ai miei compagni, che prima che compagni di squadra, sono i miei amici. Ho stretto un patto con il direttore. Dovevo qualcosa di importante a questa squadra dopo averla abbandonata alla fine dello scorso campionato. Ho promesso che sarei stato sempre presente agli allenamenti e che avrei partecipato a tutta la preparazione. L’ho fatto, e i risultati adesso si vedono: sto meglio fisicamente e questo mi permette di essere un giocatore diverso rispetto a quello che un anno fa stentava ad arrivare al novantesimo”.

BENEDETTA ABBONDANZA
Pavia non è adesso l’unica freccia all’arco di mister Imparato. Con lui c’è Scherma, tra i migliori realizzatori del campionato, ma il tecnico può contare anche sull’esperienza di Gentile, su un Sammartano che, oltre a essere uomo-spogliatoio, quando chiamato in causa dà sempre il suo contributo di alta qualità, un Riccio sempre pronto a spaccare le partite e un Marco Torino, pezzo pregiato della rosa rossoblu, che lavora giorno dopo giorno per essere di ritorno quanto prima dall’infortunio al ginocchio: “In attacco abbiamo abbondanza e il mister ci valuta e ci sceglie in base al tipo di partita che gli occorre. Con Scherma mi trovo benissimo, abbiamo una grande intesa e con la sua fisicità porta sempre via due avversari permettendomi di essere più libero di esprimere il mio calcio. A Sammartano ho dedicato il gol di Chiaiano, gliel’avevo promesso e non si disattende una promessa a un fratello. E poi c’è Torino. Lo aspettiamo, convinti che può darci un grosso contributo”.
EL DIEZ
Poi, stop al politically correct: “Io, però, vorrei giocare sempre, anche se la concorrenza è tanta – confessa Pavia – Lo ammetto, ma d’altronde per chi non è così?”. Insomma, la poesia, il genio e l’incostanza di un vero numero 10. Qualcuno in società lo prende in giro: Pavia è l’ultimo vero 10 del calcio mondiale: “Il mio idolo è da sempre Juan Roman Riquelme – racconta il trequartista – credo che mi basti dire questo. Cos’è un 10 per me? E’ un leader. E’ colui che trascina la squadra sulle proprie spalle, unendo il centrocampo all’attacco. E’ un numero che rappresenta un concetto e che sai di non poter affidare a una schiena qualsiasi”. E Pavia è un numero 10? “Ovviamente…”
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