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Poliselli si racconta tra panchina e glorioso passato da calciatore: “Nel calcio d’oggi poca qualità. Allenatore? Ricordo che…”

L'attuale tecnico della Barrese si racconta ai nostri microfoni, tante chicche in una carriera costellata di successi ed esperienze indimenticabili.

scritto da Luigi Langellotti
08/11/2018 17:51:23
in Prima Categoria
Tempo di lettura: 6 minuti
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Home 1ª-2ª-3ª Categoria Prima Categoria
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BARRA (NA). Lunga carriera nel mondo del calcio, tante esperienze importanti tra dilettanti e professionisti da fine anni ’80 fino a ridosso del 2000, per Antonio Poliselli (attuale tecnico della Barrese in prima categoria ndr) un passato tutto da raccontare e un desiderio per il futuro che pian piano sta prendendo forma.

La nostra redazione ha incontrato Poliselli, nel giorno del suo compleanno, per parlare di calcio giocato e non solo, tanti i temi affrontati dal calcio giovanile al livello generale del movimento calcistico campano: “Quando ho smesso col calcio giocato non avevo intenzione di fare l’allenatore – ammette l’attuale tecnico della Barrese – ricordo che circa quattro anni fa mi chiamò Gaetano Arpaia a San Giorgio per avere un supporto vista la mia esperienza nel mondo del calcio. La mia avventura iniziò come dirigente accompagnatore, dopo tante vicissitudini e guide tecniche cambiate, consigliai al Presidente di affidarsi ad una soluzione interna con Enzo Pascucci allenatore ed io come secondo. Raggiungemmo la salvezza poi la stagione successiva arrivò Fico a rilevare la società ed io mi feci da parte”.

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Poliselli, San Giorgio

Arriva poi la chiamata della Barrese: “E’ nato tutto tre anni fa, mi chiamò il compianto Presidente Ercole che voleva un pò di supporto visto che la squadra era in difficoltà. Andai volentieri ma dopo qualche mio errore personale dovetti fare un passo indietro, poi mi richiamarono a campionato in corso ed arrivò la salvezza. La stagione successiva per problemi personali non ho proseguito il mio lavoro, la squadra fu affidata ad altre persone ma con soli cinque punti in due mesi fui richiamato in panchina e da allora ho raccolto 55 punti complessivi”. 

Programmi futuri ben definiti, c’è la volontà di fare uno step successivo: “Io sono un allenatore a cui piace guardare negli occhi i propri calciatori quando fa delle scelte, non porto sponsor ma solo la mia conoscenza della materia. Come ho già detto non volevo fare l’allenatore, poi mi sono accorto che, a parte l’esperienza, riesco a leggere abbastanza bene le partite ed infatti solitamente quando faccio un cambio poi chi subentra mi risolve la gara. Per questo, e tanti altri motivi, ho deciso che a Marzo voglio prendere il patentino perchè l’anno prossimo ho intenzione di giocarmi un’opportunità importante”.

Poliselli, Camaldoli

Già quest’anno non sono mancate le opportunità: “Premesso che sono assolutamente concentrato sulla Barrese e sul campionato attuale, non posso nascondere che in Estate qualche chiamata dall’Eccellenza è arrivata, per fare da “spalla” a qualche giovane tecnico. Ho iniziato a respirare l’aria dello spogliatoio a 9 anni ed ho smesso a 46. Quest’anno voglio crescere ancora come tecnico, poi spero di potermi giocare un’opportunità importante, visto quel che c’è in giro credo di poter dire la mia”.

Il passato gioca un ruolo chiave nel modo d’allenare di Poliselli, tante esperienze e vittorie che danno credibilità al suo lavoro ed alle sue indicazioni: “Il carisma l’ho acquisito negli anni, ero un difensore col vizio del gol, in tanti anni di carriera ho vissuto stagioni importanti in cui ho segnato fino a 15-16 reti. Ricordo ancora l’ultimo a 46 con la maglia del Mari contro il Procida in Eccellenza”. 

Poliselli, Nocerina

Guardando al calcio moderno Poliselli sottolinea una differenza sostanziale: “Oggi purtroppo le società fanno troppi compromessi, diciamoci la verità, alla fine il calcio muore dove nasce ovvero nelle scuole calcio. Ci sono poche strutture e soprattutto pochi istruttori preparati, l’obiettivo di una scuola calcio deve essere quello di creare calciatori di qualità che possano provare ad esprimersi a certi livelli. Io sono contentissimo d’aver fatto parte di un calcio che oggi non c’è più, a livello atletico il movimento è cresciuto a dismisura ma dal punto di vista tecnico si è fatto il percorso inverso”. 

Poliselli, torneo giovanile vs Milan

Cambiato anche il seguito nel calcio dilettantistico e non solo: “Quando giocavo io c’erano 4-5 mila persone sugli spalti anche in Eccellenza e Serie D, oggi vedo partite con 20 persone al seguito. Ricordo d’aver fatto spareggi al San Paolo davanti a 30 mila persone, un Cavese-Nocerina con 10 mila tifosi. Da ragazzo ho vissuto esperienze importanti, a 21 anni in D con l’Ercolano disputai un campionato intero, non c’era la regola degli under quindi un giovane giocava perchè era bravo e basta”. 

Poliselli, giovanili

A livello giovanile lacune derivanti anche da atteggiamenti sbagliati fuori dal campo: “Dalle scuole calcio arriva poco in termini di qualità, quei pochi bravi vengono trattati come merce di scambio ed è orribile. Fortunatamente in questo marasma generale c’è qualche persona che fa le cose nel modo giusto, gente che fa sacrifici in categorie poco in vista“.

Immancabile qualche ricordo della sua lunghissima carriera: “Ho iniziato che avevo nove anni, oggi vedo tanti ragazzini accompagnati dai genitori fin dentro al campo con scarpini e borse firmate, io a dodici anni prendevo la vesuviana a Santa Maria del Pozzo e poi il CTI per andare a fare gli allenamenti con qualsiasi tipo di condizione meteo. Ho fatto campionati importanti dall’88’ al 97′ con le ultime esperienze tra Camaldoli e Capri. In carriera ho vinto 5-6 campionati d’Eccellenza, 2 di Serie D, gioito in piazze importanti come Nocera, Caivano, Ercolano e con squadre come Gabbiano, Pro Salerno e tante altre.

Poliselli, Rappresentativa

Da ragazzo fui tesserato in C dal Savoia assieme a Masecchia, all’epoca la piazza era molto esigente e puntarono su un calciatore d’esperienza come l’ex Ascoli e Ravenna Paolo Agabitini, io andai ad Ercolano. Il mio debutto in Serie C1 arrivò grazie a mister Canè, che a Sorrento mi fece fare il salto dalla Berretti alla prima squadra, era un Turris-Sorrento che si concluse sul due a due. Rispetto al passato noto una certa penuria dal punto di vista tecnico, all’epoca in Eccellenza, Promozione, Serie D e C2 c’erano ragazzi che secondo me farebbero la differenza anche oggi con un pò d’allenamento, gente come Gargiulo, Perillo e me ad esempio. Anche in panchina non si scherzava, basti pensare che quando andai via da Nocera arrivò Gigi Del Neri all’inizio della sua carriera di allenatore”.

Pasquale Poliselli, Napoli-Avellino

In chiusura un aneddoto sulla sua famiglia ed un pensiero al “suo” Napoli: “In famiglia mastichiamo un pò di calcio, ho mio fratello Pasquale che vanta presenze in Serie A, B e numerose in C, ha vinto campionati e debuttato in A con la maglia dell’Avellino contro il Napoli di Maradona. Napoli? Lo guardo da tifoso, qualche giorno fa ho seguito Napoli-PSG di Youth League e posso dire che purtroppo a livello giovanile siamo molto indietro. Gli azzurri hanno 3-4 ragazzi davvero validi poi bisognerebbe riformare il sistema, si pensa troppo alla prima squadra ma già Benitez aveva espresso dubbi in tal senso, poi andò via.  Oggi i genitori sono più fanatici dei ragazzini, il materiale umano in Campania è di prima qualità ma servono strutture e personale qualificato che formi questi ragazzi“.

Tags: BarresePoliselliPrima Categoria girone A
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