Ai nostri microfoni, abbiamo raccolto le parole di mister Raffaele Guardia, tecnico professionista che ha lavorato tanto nel mondo del calcio giovanile e che ha guidato per alcuni mesi anche il Rende, nel Girone C di Serie C, nella stagione 2019/20.
Oltre ai campionati professionistici, lei segue anche la Serie D, in particolare il Girone I, dove gioca il Rende, sua ex squadra che ha allenato in Lega Pro per tre mesi. Come giudica lo sviluppo di questo raggruppamento e chi vede avanti per la vittoria finale?
“Sì, sono ancora legato al Rende da stima reciproca con il Presidente Coscarella e tutti i Dirigenti. A grandi linee, molte squadre credo stiano rispettando gli obiettivi di inizio stagione. Anche se, ormai, da due anni questi sono dei campionati anomali, perché la positività al Covid 19 da parte dei calciatori determina la prestazione di molte squadre. Vedo favorita la Gelbison, anche perché i numeri parlano chiaro: miglior difesa, miglior attacco del campionato con ben 14 giocatori che sono andati a segno e squadra con più vittorie fuori dalle mura amiche. Sicuramente sarà una lotta avvincente insieme a Cavese, Acireale e Lamezia”.
Ha avuto modo di lavorare con tanti giovani in carriera. C’è qualche atleta di cui si parla ancora poco e che a suo avviso avrebbe le qualità per emergere anche in categorie superiori?
“A causa delle restrizioni Covid, ho seguito le partite più in video che dal vivo, purtroppo. Avendo lavorato per il Rende due stagioni, potrei fare una lista di tanti giovani calciatori di prospettiva con grosse potenzialità; basti considerare che si tratta della squadra con l’età media più bassa del Girone I. Anche nelle altre formazioni del Girone I ritengo ci siano tanti giovani calciatori interessanti, come ad esempio Salvatore Favasuli del San Luca, Aldo Bezzon del Lamezia, Gaetano Caserta della Cavese, Alessandro La Rosa del Giarre, Federico La Rosa del Biancavilla e Alessandro Barbetta della Gelbison”.
Quali sono, secondo lei, le condizioni attuali del calcio giovanile in Italia e su quali aspetti la FIGC dovrebbe invertire la rotta? A tal proposito, le chiederei anche un commento sui regolamenti Under che spesso creano eserciti i calciatori ‘usa e getta’ una volta superata l’età utile.
“Non buone, si naviga a vista. Sono pochissime le società che investono nel loro settore giovanile facendone la propria forza. La FIGC, insieme ai club, dovrebbe investire in strutture dove i settori giovanili possano allenarsi senza essere sballottati da un campo all’altro, oltre all’importanza di essere affidati a istruttori/allenatori qualificati e aggiornati. Insomma, prendere in carico i ragazzi e seguirli a 360 gradi come fanno in Belgio e in altre nazioni. Inoltre, bisogna lavorare sulla cultura della sconfitta. Nei settori giovanili l’obiettivo è la crescita dei ragazzi nei fondamentali, migliorando i punti di forza e difetti. Non bisogna focalizzarsi sulla vittoria a tutti i costi, quella arriva di conseguenza”.
E aggiunge: “Sugli eserciti di calciatori ‘usa e getta’ sono d’accordo. Gli Under devono giocare perché meritevoli. Quando un calciatore giovane è forte si ritaglia il suo spazio a prescindere dai regolamenti”.
Parlando invece della sua esperienza personale, quali sono le maggiori difficoltà che sta riscontrando nel trovare squadra, anche alla luce delle contingenze globali del momento, e cosa spera per il suo futuro professionale?
“Il mestiere dell’allenatore è così. Ho allenato per 14 stagioni consecutive e ora sono fermo da due. Certo, è dura stare lontano dal campo, solo chi è allenatore può capire, ma sono fiducioso che arriverà presto la chiamata giusta”.