Una retrocessione cocente quella arrivata ieri per la Juve Stabia a Cosenza, non tanto perché ad inizio stagione una piccola realtà neopromossa come quella stabiese (con uno dei monti ingaggi più bassi della B, ndr) potesse obbligatoriamente pretendere una salvezza senza soffrire, ma abbandonare così la cadetteria è tutt’altra storia.
Nella parte centrale del campionato di Serie B, nonostante un organico poco più che modesto ad esclusione di qualche gioiello come Calò, Forte e pochi altri, la Juve Stabia è infatti riuscita a mandare il cuore oltre l’ostacolo mostrando a tratti anche buone giocate, e chiudendo parzialmente il suo campionato, prima dello stop causato dal Covid, con la vittoria sullo Spezia e con 36 punti all’attivo a 10 giornate dal termine. La classifica vedeva le vespe al 13° posto, con 4 punti di vantaggio sulla zona Play Out e ben 12 sulla zona retrocessione diretta.
Poi la lunga pausa forzata, che oggettivamente ha fatto perdere ai gialloblù certezze sul rettangolo verde e quell’agonismo che aveva caratterizzato gli uomini di Fabio Caserta. Prima ancora che sul campo, il primo autogol è però arrivato da parte dei due presidenti, Franco Manniello e Andrea Langella, con un indecoroso teatrino a suon di insulti pubblici difficilmente riscontrabile nella storia del calcio professionistico italiano, per poi ricucire almeno sulla carta a fattaccio compiuto.
Pressappochismo dimostrato poi anche in fase di preparazione atletica (E qui la colpa va non solo allo staff ma anche singolarmente a coloro i quali in fase di quarantena non hanno mantenuto per quanto possibile uno stile di vita in linea con un quello richiesto ad un atleta professionista, ndr), con le prime gare della ripresa gravemente insufficienti dal punto di vista della tenuta, contro avversari che al pari della Juve Stabia hanno vissuto gli stessi problemi legati alla ripartenza. Con buona pace del ds Ciro Polito che provando a difendere il gruppo aveva professato la bontà della condizione fisica della formazione termale dopo il match dell'”Arechi”, mostrandosi fin troppo confidente sulla conquista della salvezza diretta senza passare dagli spareggi, nonostante i k.o. in superiorità numerica per l’intera durata del match nei derby con Benevento e Salernitana.
Certo più di qualche episodio arbitrale a sfavore non ha aiutato una Juve Stabia già di per sé ricca di problemi auto-generati, come in occasione delle sviste nei match con Frosinone, Venezia e Cremonese ad esempio, ed è comprensibile che la pausa abbia potuto mettere più in difficoltà una squadra che rispetto ad altre aveva nell’intensità la sua più grande forza. Tutto questo non può però essere un alibi valido per una formazione che in 10 gare ha collezionato un misero bottino di 5 punti, facendo meglio solo di un Livorno che prima di mandare in campo i ragazzini della formazione Primavera aveva conquistato i suoi unici 3 punti della ripresa proprio al “Romeo Menti”.
Alle vespe oltre alla brillantezza è mancata infatti anche quella personalità che aveva consentito loro di recuperare diverse gare in zona Cesarini e che dalla ripartenza si è vista solo a tratti e quando l’acqua era ormai arrivata alla gola, con ampie fasi di totale black out singoli o di reparto, che hanno generato errori i quali poco hanno a che fare con il calcio professionistico. Poche poi le idee, con Fabio Caserta che non sembrava avere più in mano un gruppo nervoso e poco corale, con lo stesso allenatore che difficilmente è riuscito a trovare un undici di partenza ideale e un assetto tattico sul quale poter fare affidamento.
Sarebbe troppo facile individuare un solo colpevole in un disastro globale, dove ogni componente a modo suo è riuscita ad incidere in una anti-impresa difficile da ipotizzare anche per il più pessimista dei tifosi stabiesi. Adesso, in attesa di capire se il futuro della Juve Stabia avrà (e con chi al timone) una seria progettualità o sarà volto soltanto al breve termine per fare cassa con le cessioni di Forte e qualche altro elemento, al club di Castellammare resta un solo gesto da compiere a chiosa di questa annata: rimborsare ai propri abbonati, sempre osannati a parole dai rappresentanti societari, l’importo delle gare alle quali non hanno potuto assistere a causa del coronavirus.
Manniello e Langella ph Antonio Gariulo S.S. Juve Stabia
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