MILANO. 17 anni e 113 giorni per un debutto in Champions League da record, soltanto Beppe Bergomi ha saputo fare meglio in quella che una volta era denominata Coppa Campioni, 17 anni e 73 per lo “Zio” nazionale. Sebastiano Esposito sta bruciando le tappe, dopo aver stregato Antonio Conte e l’intero gruppo dell’Inter, ha deliziato anche San Siro in una serata europea fondamentale per il prosieguo del cammino dei nerazzurri in europa.
PREDESTINATO
Pochi minuti sono bastati al classe ’02 per strappare applausi, uno stop perfetto con elastico annesso, una giocata fulminea che ha causato un calcio di rigore, poi fallito da Lautaro, ma in generale un approccio da predestinato come già si era intravisto nelle amichevoli estive. Ieri sera dunque notte speciale per il “ragazzino” di Castellammare di Stabia, sua terra natia dove è cresciuto sotto la sapiente guida di papà Agostino, ex calciatore ed allenatore. Sebastiano dinanzi ai giganti del Dortmund non ha mostrato timore alcuno, si è calato subito nella partita confermando le sensazioni del proprio mister, che ha deciso di negargli il Mondiale U17 pur di averlo a disposizione come alternativa credibile a Lukaku e Lautaro.
MISTER E TALENTO SULLA STESSA LUNGHEZZA D’ONDA
Al 62′ di Inter-Dortmund un ingresso accompagnato dal boato dello stadio amico, i tifosi nerazzurri già stravedono per quello che da molti è considerato il miglior prospetto della sua classe, un profilo di quelli che passano una volta nella vita. Conte lo sa e non lo nasconde: “L’ho detto sia dinanzi alla stampa che nello spogliatoio, mi fido di lui e delle sue qualità per questo ho deciso di non mandarlo al Mondiale, deve volare basso e continuare così. Per me è un titolare, avrà il suo spazio come accaduto col Dortmund“.
Sulla stessa lunghezza d’onda del proprio allenatore, lo stesso Esposito a fine gara ha ammesso: “Giocare in Champions è il sogno di ogni calciatore, era anche il mio e sono felice di questo record. Adesso resto a disposizione del mister, sono pronto a fare tutto quel che mi chiede per aiutare la squadra”.