ROMA. Il mondo dello sport si interroga su come ripartire, i danni provocati dal Covid-19 sono ad oggi incalcolabili e i ristori giunti finora non hanno regalato grandi sorrisi, piuttosto il grido d’aiuto di migliaia di attività è sempre più forte e stamane l’Associazione Palestre e Sport ha scritto una lettera al Premier Draghi con una proposta ben precisa in materia di ristori per il comparto sportivo.
INCONTRO MA SERVONO I FATTI SUBITO
Stamane intanto il Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali ha incontrato il Presidente e Amministratore Delegato di Sport e Salute S.p.A. Vito Cozzoli. Nel corso del colloquio Vezzali e Cozzoli hanno innanzitutto affrontato il tema delle necessarie misure di sostegno economico alle società e alle associazioni dilettantistiche colpite dalla pandemia e dalla lunga chiusura. È il primo obiettivo del Governo e della Società che si occupa della promozione dello sport di base, per l’obiettivo comune di difendere il valore formativo, educativo e sociale dell’attività sportiva. Sono stati toccati altri punti: il bonus ai collaboratori sportivi secondo le disposizioni del decreto Sostegni, l’attività sociale e industriale di Sport e Salute, i numeri della crisi che ha investito le ASD/SSD. Si è parlato anche, sapendo che le decisioni finali dipendono dai dati sanitari, della riapertura dello sport e della ripartenza.
LA LETTERA
Egregio Signor Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, premesso che, come certificato dagli ultimi elaborati da Unioncamere e InfoCamere, l’universo imprenditoriale del Fitness è rappresentato al 30/06/2019 da circa 23 mila realtà sportive. In particolare si contano 5.167 imprese attive nella gestione degli impianti, 5.100 nella gestione di palestre e 4.986 club sportivi, cui si sommano 8.217 organizzazioni sportive e di promozione eventi legati allo sport. Il giro d’affari stimato per le attività sportive non agonistiche legate al fitness in Italia, è di circa 10 miliardi l’anno; 20 milioni di italiani ovvero uno su tre, pratica sport mentre i tesserati al CONI ed enti di promozione, ammontano a 12 milioni, il 25% degli abitanti. Numeri e statistiche non indifferenti. In queste ore “Sport e Salute Spa”, l’azienda che si occupa di elargire i ristori per i collaboratori sportivi, ha pubblicato sul proprio sito, i nuovi parametri cosiddetti “a fasce”, creando delle categorie in base a quando si ha guadagnato nel 2019. Questo nuovo metodo di valutazione sarà stato sicuramente stabilito per creare delle “classe lavorative” con lo scopo di risarcire nello specifico chi aveva un maggior numero di ore sul contratto nell’anno pre-pandemia, ovvero nel 2019, rispetto a chi ne aveva di meno. Questa dinamica ha procurato la seguente difficoltà. Tutti, ed evidenziamo, tutti i collaboratori sportivi professionisti e non, sono stati penalizzati, in quanto il settore sportivo è stato fra quelli che oggettivamente ha pagato il prezzo più caro rispetto a tanti altri, contando ad oggi, 24 Marzo 2021, ben 229 giorni di chiusura imposta dal Governo, su ben 381 giorni. Ciò vale a dire 9 mesi su 13.
Ci teniamo a precisare, per chi non avesse esperienza nel campo del settore sportivo, che i soli tre mesi di riapertura sono stati del tutto virtuali, in quanto appartenevano al periodo di bassa stagione del settore, ovvero quella estiva. Rientrare nella fascia più bassa equivale a percepire un compenso di 400€ al mese (di arretrato). Voi sapreste vivere con questa cifra? Se aveste in qualche modo la risposta vi preghiamo gentilmente di comunicarcela anche attraverso i Vostri siti istituzionali, perché con affitti/mutui, utenze, bollette, prestiti e figli a carico, noi non sappiamo minimamente come gestirli. Il nuovo metodo, è sicuramente un parametro giusto per risarcire in base a chi aveva percepito maggiori compensi, ma altrettanto giusto è cerare una minima fascia più dignitosa e rispettosa verso quei lavoratori che, anche se poco, erano agli inizi, stavano contribuendo al benessere psico-fisico della società e che a causa di forza maggiore, perciò dell’imponderabile, sono stati costretti a cessare
la propria attività. Chiediamo gentilmente perciò, che si parti da un parametro giusto e dignitoso, come quello che aveva stabilito precedentemente nell’ex Decreto Ristori, l’ex Ministro, l’On. Vincenzo Spadafora. Aggiungiamo inoltre che si prendano in considerazione non sono quelli dell’anno 2019, ma anche i compensi dell’anno 2020, ovvero quelli che rientravano nei contratti di collaborazione durante la pandemia, e che vengano perciò cumulati ed aggiunti ai compensi del 2019, proprio perché l’emergenza Covid-19, non ha permesso in pratica di percepire quei compensi aventi di diritto da contratto. Evidenziamo il fatto che questo sostegno economico è “determinante” in quanto permetterà letteralmente al cittadino di poter soddisfare i propri bisogni primari quali, fare la spesa, pagare le spese mediche e familiari, pagare affitti, bollette e utenze, perciò, se la prospettiva è quella di non poter continuare a lavorare ancora dopo un anno, quel sostegno economico corrisponde alla sopravvivenza e a mandare avanti i nostri impegni economici che si fanno vivi nelle nostre case, quotidianamente.
Il settore sportivo di base non ha sindacati, non ha tutele ne casse integrazioni e oltretutto, è stato fortemente dimenticato e messo da parte. Ma ricordiamo che al suo interno ci sono ben 500 mila lavoratori che hanno fin da sempre contribuito a collaborare a distanza con il sistema sanitario affinché potesse offrire cure mediche, benessere psico-fisico e prevenzione alla salute. Il settore sportivo, quello di base, è quel mondo che ha sempre accolto milioni di cittadini di tutte le fasce di età, dagli anziani ai giovani, insegnando soprattutto a loro, ancora prima degli stessi sport, i valori, per imparare a convivere in una società con rispetto, con disciplina e con integrazione. Il settore sportivo, quello di base, è quel campo, quella scuola e quella palestra, dalla quale escono fuori i nostri più grandi Orgogli Nazionali dello Sport ed è soprattutto quel luogo che molto spesso al fianco delle istituzioni e delle figure genitoriali, contribuisce alla formazione e all’educazione dei giovani e delle categorie più fragili. Come si può metterlo sempre in quarto piano e il più delle volte, in un angolo? Ulteriore tasto dolente è quello appunto delle ASD/SSD, che nel nuovo Decreto
Sostegno non hanno visto nemmeno l’ultima riga citarle. Realtà, come riportato in precedenza, sacrificate più delle altre e chiuse da circa un anno, che vedono nei propri conti, centinaia di spese fisse e continuamente attive, quali: affitti, utenze elettriche e telefoniche, condomini, tasse sui rifiuti, spese dei conti correnti e contratti di noleggio attrezzature, stipulati con società private e impossibili perciò da sospendere, come il resto delle spese.
A prescindere dal regime fiscale delle ASD/SSD, se hanno o meno la partita IVA, gran parte di esse sostengono queste spese fisse, IVA inclusa, che siano definite enti del terzo settore o meno. Se non possono, ancora dopo un anno riaprire, per recuperare i loro fondi per pagare le spese, ora diventati debiti, perché no si dà loro un sostegno dignitoso per arrivare in modo costruttivo alla ripartenza? Nessuno vorrebbe percepire il cosiddetto “guadagno/utile”, perché c’è chi ha scelto di fare questo lavoro soprattutto per passione, non creandone perciò un lucro, ma siamo qui, come sempre, in modo dignitoso a chiedere un fondo, che ci permetta di coprire i costi fissi e di arrivare integri alla futura ripartenza del nostro settore. C’è da considerare inoltre che dovremo far recuperare gli abbonamenti/tesseramenti “congelati” ai nostri utenti/soci e oltretutto stiamo andando incontro di nuovo alla stagione estiva, la nostra “bassa stagione”. Concludiamo comunicandoVi: soltanto se, sia i bonus ai collaboratori sportivi che il fondo perduto alle ASD/SSD saranno veramente giusti e tempestivi, il mondo delle associazioni e società dilettantistiche, potrà sopravvivere alla ripartenza. E se ciò avverrà con successo, garantiamo che continueremo in pieno rispetto della disciplina e delle regole a contribuire per una società sicura e migliore! RingraziandoLa dell’attenzione, in attesa di un riscontro, Le porgiamo i nostri più distinti saluti. Associazione Palestre e Sport.
LE PROPOSTE
BONUS COLLABORATORI SPORTIVI (Sport e Salute Spa)
L’ammontare dell’indennità da determinare come segue:
- a) Ai soggetti che, nell’anno di contratto del 2019/al 2020, hanno (o avrebbero) percepito compensi relativi ad attività sportiva in misura superiore ai 10.000
euro annui, spetta la somma di 3.600; - b) Ai soggetti che, nell’anno di contratto del 2019/al 2020, hanno (o avrebbero) percepito compensi relativi ad attività sportiva in misura compresa tra 4.000
e 10.000 euro annui, spetta la somma di 3.000; - c) Ai soggetti che, nell’anno di contratto del 2019/al 2020, hanno (o avrebbero) percepito compensi relativi ad attività sportiva in misura inferiore ai 4.000
euro annui, spetta la somma di 2.400;
Considerando che “la legge vale per tutti”, ovvero per tutti gli altri lavoratori del settore del turismo, degli stabilimenti termali, delle vendite a domicilio, dello spettacolo e intermittenti, l’art. 10 del Decreto Sostegni interviene a loro sostegno con un bonus forfettario pari a 2.400 euro, non ponendovi ne fasce, ne categorie interne.
FONDO PERDUTO ASD/SSD (Dipartimento per lo Sport)
Al fine di assicurare la prosecuzione degli interventi a sostegno dell’attività sportiva di base, chiediamo di reiterare quanto precedentemente previsto nell’ultimo Decreto “Ristori”, ovvero un contributo a fondo perduto in favore delle Asd/Ssd che copra i canoni di locazione, con un contributo forfettario che copra almeno le utenze, e la riconferma del credito d’imposta, approvata e portata avanti dall’ex Ministro dello Sport e On. Vincenzo Spadafora. Soltanto con questo sistema, il mondo dilettantistico dello sport, potrà contare in futuro sulla nuova Riforma dello Sport, che sarà pronta finalmente a offrire dignità, identità e maggior tutele al nostro fondamentale settore.
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