CASTELLAMMARE DI STABIA (NA). Da sempre la maglia numero dieci nel mondo del calcio ha regalato sogni a tifosi grandi e piccini. Un numero che spesso rimanda a campioni leggendari, ragazzi che con una singola giocata possono cambiare il corso di una gara, di una stagione, e regalare giornate indimenticabili a chi dagli spalti si gode lo spettacolo dello sport più bello del mondo.

La nostra redazione ha raggiunto uno dei numeri dieci più talentuosi che il panorama campano abbia mai sfornato, Vincenzo Di Ruocco, classe ’87 nativo di Castellammare di Stabia che ha fatto sognare tante piazze della Campania con la sua fantasia e le sue giocate.
Intervista fiume a Di Ruocco, una storia fantastica di cadute e risalite, di gol da applausi e difficoltà da affrontare sempre a testa alta, sempre con un pallone tra i piedi per regalare squarci di meraviglia.
“Ogni anno mi piace mettermi in discussione – esordisce Di Ruocco – adesso alla soglia dei 31 anni ho superato quota 120 gol giocando quasi sempre da esterno e credo siano numeri importanti, non facili da replicare. Già nella scorsa stagione, a Positano, mi sono rimesso in discussione e quest’anno lo rifarò a Poggiomarino. Purtroppo nell’ultima annata è arrivata una retrocessione che, a mio avviso non meritavamo, sono stato capitano di un bel gruppo che meritava di più sul campo”.

Nuova esperienza col Real Poggiomarino, già al lavoro da qualche giorno per arrivare pronti ai primi appuntamenti: “Abbiamo iniziato il ritiro un pò in anticipo per conoscerci meglio e per fare bene. Sta venendo su un bel gruppo. Sono convinto che daremo fastidio a tante squadre che lottano per le prime posizioni, vogliamo migliorare il piazzamento della scorsa stagione. In rosa ci sono calciatori importanti come Domenico Arcobelli, Oreste Agnello, Niky Lucarelli, Pietro Crisantemo e Catello Parlato, oltre ad altri che si faranno valere sicuramente. Con un pò di fortuna e bravura possiamo divertirci e migliorare il piazzamento della scorsa stagione, spero di dare il mio contributo anche quest’anno“.
Non sono mancate le sirene per il nostro numero dieci: “Quest’anno ho avuto tante proposte dalla Serie D, moltissime dall’Eccellenza, però cercavo un progetto solido che mi desse certezze e l’ho trovato a Poggiomarino. Per questioni lavorative ho accettato di disputare un campionato di Promozione in cui lotteremo per vincere”.

Capitano a Positano, numero dieci e trascinatore in tante grandi piazze come Ischia, Afragola, Castellammare, Sorrento, Marcianise, Scafati, Gragnano e Sessa Aurunca. La sua leadership tecnica si è rivelata spesso un fattore determinante: “Sono un calciatore di poche parole, ho sempre conquistato fiducia e rispetto sul campo, con un altro tipo di mentalità forse avrei fatto una carriera importante nei professionisti. Mi sento un pò il Cassano di queste categorie, e credo che non bisogna rimpiangere quello che si è fatto, i miei sbagli li ho pagati ma non tutto è perduto e sicuramente gli under possono imparare molto da calciatori come me. La mia sicurezza quando vado in campo, la mia spensieratezza nell’affrontare qualsiasi avversario senza alcun timore reverenziale.
Spero di poter dare qualche buon consiglio, di aiutare i più giovani a non fare i miei stessi sbagli, il calcio è uno sport bellissimo che si deve fare sempre da professionista e bisogna allenarsi senza arrendersi mai, si cade ma bisogna rialzarsi subito. Poggiomarino? Ce la giocheremo con tutte, è sempre difficile vincere in qualsiasi categoria ma noi ci proveremo. Colgo l’occasione per ringraziare il Presidente, il diesse e mister Teta che credono moltissimo in me ed hanno fatto grandi sacrifici per accontentarmi”.
Un messaggio alla piazza ed ai tifosi in vista della prossima stagione: “Promesse non sono abituato a farne, però posso dire ai nostri tifosi che si divertiranno, se riusciamo a diventare un tutt’uno come una famiglia possiamo arrivare davvero lontano. A livello personale vorrei migliorare il mio bottino di reti, giocatori come me vivono per il gol e quindi spero di superare i 10 sigilli della scorsa stagione”.

Una carriera in cui ha accarezzato i Pro, che per qualche distrazione di troppo ed alcune difficoltà non sono diventati realtà, oggi Vincenzo è un uomo e non rimpiange il passato ma lo racconta con grande emozione e consapevolezza: “Ho iniziato a giocare alla Nicola De Simone con mister Garofalo ex portiere della Juve Stabia. A 15 anni sono andato al Sorrento ed ho fatto l’esordio contro la Juve Stabia, la mia squadra del cuore, davanti a 4-5 mila persone è stata una grandissima emozione forse la cosa più bella che mi è capitata da quanto faccio il calciatore. Vanti anche un record in D? Si, nei dilettanti contro un Marcianise stellare che vantava calciatori in campo straordinari siglai il gol dell’uno a uno, avevo quindici anni. In quel periodo mi volevano tante squadre, fui attenzionato dal Lecco, dalla Juventus, il Foggia, la Cavese e tante altre.

Purtroppo in quell’anno dalle cose belle si è passati ad altre davvero brutte, ebbi un infortunio grave e fu davvero dura. Quando la fortuna ti gira le spalle fai fatica. Caviglia e legamenti ko, sono stato fermo un anno ed è stato tristissimo per me. Mi sono rialzato nuovamente ed a 24 anni sono tornato in orbita professionisti con la Juve Stabia che mi voleva, grazie ad una stagione da incorniciare con la Libertas in cui da esterno siglai oltre 20 gol.
All’epoca ricordo che mia moglie era in dolce attesa e dovevamo sposarci, scelsi i soldi piuttosto che la carriera. La mia famiglia viveva un momento di difficoltà economica e non poteva aiutarmi. Mi sono sempre rialzato alla grande, sono caduto spesso e forse con un pò di fortuna in più sarei tra i grandi calciatori, voglio sottolineare però che non bisogna mai mollare. Adesso ho una bella famiglia e finchè mi reggono le gambe giocherò sempre a calcio, lo sport che amo”.
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